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IMPATTO AMBIENTALE DEL RUNNING

Aggiornamento: 15 set 2021

La nostra amata corsa è considerata uno sport amico dell'ambiente: in effetti basta infilare un paio di scarpe, uscire dalla porta e pronti via! Mentre corri ovviamente le emissioni sono 0. Ma fermiamoci a riflettere un attimo perchè oltre all'atto della corsa in sè, c'è molto altro.

Facciamo un esempio banale: una gara.

Per prima cosa difficilmente la gara parte sotto casa quindi auto per raggiungere il luogo (questo ovviamente vale anche per alcuni allenamenti), pettorali e magari altri documenti da stampare. Ma quello che più mi sconvolge sono i ristori. Sicuramente sarà capitato anche a voi di vedere decine e decine di bicchieri di plastica o spugne abbandonati lungo il percorso, magari a pochi metri dalle pattumiere. Lo trovo un comportamento incivile e irrespettoso, non solo verso l'ambiente, ma anche verso gli organizzatori e il prossimo in generale. Gettando il bicchiere a terra anzichè nei contenitori quanto tempo hai guadagnato sul cronometro? 5 secondi? 10 secondi?

Non giustifico questo comportamento con gli atleti top, i professionisti, dove contano anche i centesimi di secondo per un piazzamento, figuriamoci per noi amatori e appassionati!

Sapete quanto tempo impiega una bottiglia di plastica a degradarsi? Si stima intorno ai 450 anni!!! (fonte envi.info). A parte il lasso di tempo immenso che ne agevola l'accumulo nell'ambiente, si genera un altro problema.

Degradarsi significa che la bottiglia non esisterà più solo perchè si sarà frammentata in piccoli pezzi: la plastica continuerà ad esistere!

Questi piccoli frammenti di plastica si distinguono in 2 categorie in base alle loro dimensioni:

* microplastiche la cui dimensione è compresa tra lo 0.001 mm fino a 5 mm

* nanoplastiche che sono ancora più piccoli.

Questi frammenti entreranno nella catena alimentare attraverso animali filtratori del mare e attraverso altri pesci che la ingeriscono fino ad arrivare nei nostri piatti...

Recenti studi hanno rilevato la presenza di microplastiche persino nella placenta umana!!!!

La ricerca è stata condotta dall'ospedale Fatebenefratelli di Roma e dal Politecnico delle Marche e pubblicata sulla rivista scientifica Envoironment International.

Penserete di risolvere il problema utilizzando le borracce.

Purtroppo non è così semplice perchè non sono tutte uguali.

* Borracce in acciaio: sicuramente le migliori per tenuta, per durata e per sicurezza rispetto al contenuto. Infatti l'acciaio è un materiale inerte quindi non rilascerà nelle bevande nessuna sostanza tossica, è riciclabile, solido e praticamente indistruttibile.

* Borracce in vetro: hanno più o meno le stesse caratteristiche se non per il fatto che rischiano di andare in frantumi e creano meno isolamento termico quindi la bevanda si raffredderà o scalderà più velocemente.

* Borracce in alluminio: sono riciclabili, hanno una buona tenuta termica e sono più leggere, ma potrebbero rilasciare alluminio nella nostra bevanda se il rivestimento di resina che isola la parete della borraccia dal suo contenuto dovesse deteriorarsi. E' un metallo pesante tossico per l'organismo

* Borraccia di plastica: la più leggera, relativamente resistente, la tenuta termica non è delle migliori, può rilasciare sostanze tossiche nella bevanda e in più ci riporta al problema iniziale del suo smaltimento o riciclo a fine vita.

Dopo questa divagazione sulle borracce però vorremmo farvi riflettere su altri aspetti del nostro running che hanno un impatto ambientale.

Dobbiamo tenere conto non solo delle emissioni prodotte per fabbricare scarpe e abbigliamento, ma anche dei materiali.

Infatti i capi tecnici di cosa sono fatti?

Materiali plastici. Spesso i nostri capi sono la seconda vita della plastica, sono prodotti di riciclo e questo è una buona cosa. Ma durante il lavaggio producono frammenti che attraverso lo scarico arrivano in mare.

Ma ci sono altri prodotti che potrebbero contenere microplastiche, ad alcuni di loro non avrei mai pensato.

Per esempio immaginatevi finalmente sotto una doccia ristoratrice dopo la corsa: alcuni bagnoschiuma o scrub contengono proprio queste sostanze. Quando li acquistate controllate che nella lista ingredienti non ci sia scritto Polyethilene (che in Italia è vietato dall'anno scorso) e ricordate di non sprecare l'acqua!

Dopo la meritata colazione ci laviamo i denti: alcuni dentifrici con microsfere purtroppo contengono... indovinate cosa? Microplastiche!

Vogliamo farci una bella tisana rilassante o un the?

Spesso le bustine sono fatte di nylon e a 95 ° possono rilasciare miliardi di micro e nano plastiche che berremo insieme alla nostra bevanda.

Prediligiamo the sfuso da mettere in infusione con i filtri di acciaio.

Come vedete ogni nostra azione ha un grande impatto sull'ambiente.

Quello che spesso dimentichiamo è il potere che i consumatori hanno sul mercato.

Possiamo farlo andare nella direzione giusta.

Magari compriamo un capo in meno, ma assicuriamoci che venga prodotto da aziende che investono sull'ambiente che lo rispettano durante la produzione, che utilizzino materiali naturali o di riciclo, che magari partecipano ad iniziative per la salvaguardia ambientale...

Potremmo preferire addirittura capi in materiale organico, magari in cotone, ma controllando che la coltivazione sia fatta nel rispetto dell'ambiente.

Riflettiamo e facciamo scelte consapevoli e alla luce di quanto spiegato vorrei fare una domanda:

quei 10 secondi risparmiati in corsa gettando il bicchiere di plastica in terra sono davvero guadagnati??

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