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LO PSICOLOGO RISPONDE...

Il nostro amico Matteo Simone, psicologo e triatleta, ha accettato la nostra richiesta di collaborazione.

Siamo felici e onorate perchè crediamo che sia una bella risorsa per tutti noi.

Lui è super competente, ha un curriculum stratosferico!

Ha scritto libri, è stato relatore a molte conferenze, ha master e specializzazioni...

Abbiamo raccolto un po' di domande dubbi e curiosità tra di voi, nostri follower e qui riportiamo le risposte compete dello psicologo.


Complimenti per questa vostra attività di coinvolgimento e motivazionale gruppale e collettivo in un così lungo periodo in cui tanti restano soli e senza riferimenti. È importante partire sempre da se stessi e guardarsi intorno, avere consapevolezza di propri bisogni ed esigenze da cui partire per mobilitare energie necessarie per portare a compimento mete, progetti, obiettivi, sogni. Quindi individuate sogni e iniziate a percorrere direzioni, piani e programmi per realizzarli.


1) ipnosi/autoipnosi e maratona o corsa in generale. Cos'è e come funziona in quali casi può rivelarsi utile?

L’ipnosi è possibile utilizzarla all’interno di una seduta di psicoterapia per permettere al cliente di fare qualcosa senza giudizi, in modalità subconscia libero da precondizionamenti, basta solo chiudere gli occhi, respirare e andare nelle diverse situazioni che il terapeuta può indicare o suggerire e che può essere utile. Per esempio andando indietro nel tempo a cercare situazioni dove si sono sperimentati successi o buone sensazioni per recuperarle per capire come replicarle, per risentire sensazioni ed emozioni multisensoriali che facciano ritornare la voglia di ritrovarsi in quelle situazioni o meglio di impegnarsi e lavorare sodo per ritrovarsi in quelle situazioni. Oppure si può invitare al cliente di chiudere gli occhi, respirare, e andare avanti nel tempo in un dato momento per immaginare cosa può fare, con quale modalità, e come si sente in quell’esperienza, per capire su cosa bisogna lavorare, quali possono essere i limiti mentali del cliente. Anche nel momento presente è possibile chiudere gli occhi, respirare, e per esempio fare un viaggio dentro se stesso a scrutare proprie risorse, capacità, caratteristiche che sono utili ora per una preparazione adeguata o che possono esser utili in futuro per affrontare determinate situazioni quali il muro della maratona.

L’autoipnosi può essere utilizzata quando la persona ha abbastanza esperienza e sa come approcciare determinate situazioni impegnative che a livello mentale potrebbero far calare la motivazione, o rendere la persona poco fiduciosa, e quindi bisogna ripartire dal respiro, ma questa volta con gli occhi aperti ma scrutando dentro se stessi per sentire corpo e provare a sentire le diverse possibilità di sensazioni dal caldo al freddo, dalla pesantezza alla leggerezza, in modo da avere il controllo della situazioni e cercare di condizionare eventuali impressioni bloccanti di non riuscita o di distrazione a causa di un’attenzione troppo focalizzata su qualcosa che può far perdere il focus e distrarsi dall’obiettivo stabilito e cercato da tempo. https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/2018/11/ipnosi-ed-emdr-eye-movement.html


2) Si parla sempre di recupero fisico, ma quello mentale? Hai qualche consiglio per ottenerlo in maniera efficace?

Considerare il ciclo della fatica e del riposo, della tensione e del rilassamento, della preattività dove a volte si è pigri e poi nel pieno dell’esercizio fisico si è contenti e soddisfatti per essere lì e per non aver rinunciato, avere la consapevolezza che si sta seguendo un piano, programma, direzione per arrivare con successo da qualche parte. Far parte di gruppi e squadre con progetti stimolanti.

Il respiro aiuta, soprattutto la respirazione addominale dove inspirando si gonfia l’addome ed espirando si sgonfia l’addome immaginando che fuoriescono tossine e scorie e tensione. Ci si può abbinare delle visualizzazioni per esempio di un fascio di luce che entra dalla sommità della testa e si diffonde per tutto i corpo, portando sollievo e soffermarsi soprattutto dove vi è particolare tensione o disturbo.

Fermarsi, in silenzio, chiudendo gli occhi, focalizzandosi su se stesso aiuta a recuperare mentalmente, a svuotare la mente, a essere sereni e in pace.

Attraverso la meditazione la persona riesce ad aspettare i tempi occorrenti per il recupero, riesce a comprendere che tutto passa, tutto sorge e tutto muore, riesce a non reagire agli eventi spiacevoli, riesce a partire dal qui e ora e a programmare una formulazione del goal setting, un piano degli obiettivi graduali con una giusta scansione temporale.

Per questo in Giappone si crede tradizionalmente che lo Zen, in cui il controllo della respirazione occupa un posto importante, sia una via all’autocontrollo.

Quando c’è in gioco qualche cosa di importante, chi ha problemi emozionali di questo tipo si sente i muscoli e la mente tesi, il che impedisce di agire in modo appropriato.

L’atleta può sentirsi soggetto attivo nel processo di riabilitazione, definire un piano di ripresa, di ripartenza, sviluppare un piano per un’azione futura efficace può individuare le risorse occorrenti da potenziare, sia personali che esterne, allenatore, fisioterapista, psicologo, medico.

Sviluppare risorse interne allo scopo di aiutare a stabilire un senso di efficacia e di possibilità per il Futuro, creare un suo Consigliere Interiore o un “Allenatore Interiore”, creare una “Squadra Interiore” di aiutanti o di sostenitori, ognuno in grado di apportare un’influenza positiva.

L’atleta può fissare obiettivi minimi di ripresa rispettando i tempi e le modalità occorrenti, senza fretta di riscattarsi o di dimostrare a qualcuno. Fissare obiettivi limitati, raggiungibili e progressivamente più ambiziosi è uno dei modi migliori per aumentare l’autoefficacia dell’atleta.

Persuasione verbale da parte di altri, dei quali si hanno fiducia e stima attraverso gli incoraggiamenti verbali che tendono a sottolineare gli elementi positivi di un gesto o una azione.

Rilassamento progressivo neuromuscolare: consiste in un esercizio di contrazione e decontrazione muscolare. Si ottiene una consapevolezza delle proprie sensazioni della tensione psicologica e della sua scomparsa quando i muscoli si rilassano. L’intento è di educare l’atleta alla riduzione volontaria del tono muscolare. Gli esercizi devono essere svolti giornalmente e progressivamente devono essere coinvolti la maggior parte dei muscoli del corpo.

Quando si è tesi, si è ansiosi prima di fare qualcosa di importante nella vita, nello sport, nel lavoro, è importante pensare qualcosa di positivo, di bellissimo, in psicologia dell’emergenza si parla di posto sicuro, si invita a ricordare, pensare, immaginare, visualizzare un posto dove si è sperimentato pace, serenità, tranquillità, questo aiuta a rilassarsi.

3) Come convincersi a non fermarsi? Il fisico è allenato, la corsa potrebbe andare liscia, ma la testa dice no!

È importante dare peso e valore a quello che stiamo facendo in un dato momento, quindi ci si può chiedere perché si è lì in quel momento a faticare, qual è il valore che si dà a quella fatica, a un eventuale arrivo, a un eventuale risultato importante. Bisogna ritrovare prima dentro se stessi le motivazioni valide per non mollare e poi partendo da se stesso, ci si può guardando attorno andando a guardare dentro di se eventuali persone familiari e amici che tifano, che vorrebbero che continuassi, che credono n te. Cercare anche altre situazioni dove si stretto i denti e si è riusciti a no mollare, o pensare ad altri che sono riusciti. Mentre si utilizzano queste strategie ci si accorge che si sta avanzando, che qualcosa sta cambiando, che forse arriva qualche energia in più.

Si può rallentare o fermarsi e ripartire notando quello che succede e credendoci sempre più le volte successive. Un po' stringere i denti con la consapevolezza che tutto passa e che per arrivare al traguardo e ottenere risultati un po' bisogna soffrire e anche questo diventa un allenamento, adattarsi e prendere confidenza con la fatica senza mollare ma al limite recuperare un po' rallentando. Questa è una modalità.

4) Per tutti gli sportivi l'infortunio è lo spauracchio. Come affrontare la notizia di uno stop forzato? E come riprendere poi e ritrovare la motivazione dopo un infortunio?

Un lungo periodo di infortuni richiede attenzione a vari aspetti quali scarpe, postura, terreno e forse tante corse sotto ritmo potrebbe causare anche troppo impatto sul terreno con conseguenti traumi. Sarebbe opportuno focalizzarsi bene su ogni infortunio che arriva come un messaggio da comprendere e provvedere a risolvere da solo con recuperi adeguati o inserimento di discipline sportive alternative o complementari. Oppure con l'aiuto di esperti di fiducia. Rimodulare sempre obiettivi, provare in modo diversi, continuare a sorridere.

L’infortunio rappresenta un evento destabilizzante l’equilibrio psicologico dello sportivo; un cattivo adattamento all’infortunio può comportare la comparsa di sensazioni di rabbia e impotenza, sbalzi di umore, sensi di colpa, pensieri depressivi, con la conseguente compromissione delle relazioni familiari, interpersonali, dell’andamento scolastico o lavorativo.

Per l'atleta può essere un problema serio perché potrebbe causare una perdita dello stato di forma raggiunto, una non possibilità di migliorare le prestazioni, si potrebbe diventare nervosi perché gli altri vanno più forti; all’atleta che non può allenarsi gli verrebbe a mancare un'abitudine considerata quasi vitale, salutare, gli verrebbero a mancare gli amici di allenamento. L’atleta potrebbe essere disposto ad allenarsi anche con il dolore, perché all’atleta non va di fermarsi, deve riempire lo spazio della giornata dedicato alla corsa, non può rischiare di perdere la forma. Al limite, si fa ricorso ad antinfiammatori, al ghiaccio, si chiede ad altri se gli è capitata la stessa cosa, una cosa è certa l’atleta non è disposto a fermarsi per nessun motivo, se si rivolge a un medico specialista generico gli viene detto di fermarsi, ma lui non lo fa, non è d’accordo.

L’auspicabile intervento può espletarsi nell’aiutare l’atleta infortunato:

• a ridefinire le priorità che si era prefissato prima dell’incidente;

• ad allargare i suoi interessi anche ad ambiti non sportivi, continuando, contestualmente a mantenere i contatti con il suo mondo sportivo, l’allenatore e la squadra;

• ad accettare le emozioni negative legate all’infortunio, in attesa di riprendersi la sua identità di sportivo;

• a sentirsi soggetto attivo nel processo di riabilitazione;

• a ripetere mentalmente il gesto motorio dato che l’imagery consentirebbe di rimanere tecnicamente e muscolarmente allenati anche in stato fisico di effettivo riposo.

Attraverso la meditazione la persona riesce ad aspettare i suoi tempi, i tempi occorrenti per il recupero, riesce a comprendere che tutto passa, tutto sorge e tutto muore, riesce a non reagire agli eventi spiacevoli, riesce a partire dal qui e ora e a programmare una formulazione del goal setting, un piano degli obiettivi graduali.


5) Come ci si prepara al meglio ad una gara mentalmente?

Questa è una bella domanda in quanto alle gare ci si prepara prima mentalmente e poi fisicamente. La preparazione mentale consiste nel definire l’obiettivo, nell’avere la consapevolezza di poter possedere le capacità per portare a termine l’obiettivo, o quantomeno di essere disposti a seguire un periodo di allenamento con costanza e impegno che permette di arrivare pronti il giorno della gara.

Il lavoro dello psicologo è proprio quello di invitare la persona a immaginarsi avanti nel tempo nel raggiungimento dell’obiettivo e far fare alla persona un lavoro di visualizzazione, di simulazione della gara, del post gara per capire cosa gli ha permesso di raggiungere quell’obiettivo e cosa ora ha bisogno di fare per seguire il ungo percorso che porta al raggiungimento del dato obiettivo.

Man mano che si avvicina la gara la preparazione mentale cambia e diventa sempre più mirata. Attraverso esercizi di centratura, di focalizzazione, di re4spiro l’atleta può focalizzarsi sulla gara che si appresta a fare con la consapevolezza che cdi tiene a quello che si appresta a fare, che ha investito in termini di fatica, di tempo, denaro e che si è testato nel corso di allenamenti e precedenti gare quindi sa che farà il meglio di quello che può fare per esprimersi in gara non evitando la fatica ma alla ricerca di buone sensazioni e di un risultato atteso.

6) Come si può gestire una crisi durante una gara? Che sia dovuta a stanchezza, a una brutta sensazione, ad un qualsiasi intoppo che ci può distrarre e portare al "non posso più centrare l'obiettivo"

La crisi si può gestire continuando a procedere in avanti con l’idea che intanto avanzo con fiducia e speranza e poi vediamo un po’ più avanti, al limite si può evitare di pensare al fine gara e focalizzarsi per un altro po’ più avanti, anche se sembra che sia impossibile terminare la gara, intanto voglio avanzare qualche altro chilometri e accorgersi che le cose possono cambiare rallentando e recuperando un po’, immaginare di fare micro recuperi che fanno ripristinare uno stato di estrema stanchezza o fatica che sembra insopportabile. Focalizzarsi sul respiro, su risorse interne, su motivazioni di interessi e passioni che non hanno a che vedere con eventuali giudizi degli altri.

La crisi durante una gara si può gestire portando l’attenzione sul respiro, su se stessi, sula vita, sulla sfida, sul fatto che passa tutto, che posso provare comunque se penso che sia qualcosa che ha a che fare con blocchi mentali, con ipot3etici sabotatori mentali che non hanno fiducia in me, che remano contro. Avanzo comunque e noto che succede, posso rimodulare in corso d’opera i miei obiettivi, posso pensare di metterci più tempo ma non mi scoraggio, vado avanti per concludere e poi non si sa che può succedere più avanti, potrei star peggio e fermarmi ma potrei avere nuove energie che mi permettono di riprendere la velocità che avevo intrapreso.

Le brutte sensazioni si possono gestire già prima in allenamento e poi in gara, sempre con esercizi di respiro, immaginando un flusso di luce che entri dalla sommità della testa e si diffonde per tutto il corpo e si sofferma nelle parti sofferenti per dare sollievo.

Se non posso più entrare l’obiettivo in questo momento non è la fine del mondo ci sarà un’altra opportunità, o comunque continuo comunque a fare del mio meglio fino alla fine.


7) Sport e gravidanza. Ovviamente il passeggero/la passeggera è il pensiero fisso di ogni futura mamma. Come si può gestire il bisogno e la voglia di fare sport senza sensi di colpa e paura di fare del male al bambino/alla bambina?

È un adattamento graduale anche quello ed è molto soggettivo trovare il proprio equilibrio ed è un'esperienza che capita poche volte nella vita quindi è bene sintonizzarsi su se stessi, su entrambi, cioè se stessi e la passeggera, e aiuta anche mentalmente a essere in sintonia, a fare squadra da subito, a pensarsi insieme con obiettivi di salute e benessere. Senti, ascolta, nota, osserva, e decidi cosa è meglio per te/voi. In questo periodo è meglio in due, insieme, fortifica.


Poi una che non ha a che fare con lo sport

8) Come si può gestire questo lungo e interminabile periodo di incertezza? Questa mancanza di socialità? Avrà sicuramente ripercussioni sul futuro? Saremo ancora capaci di volerci bene senza paura?

Rispetto al lungo e interminabile periodo di incertezza ci si può focalizzare sulle cose certe, esempio è certo che siamo ancora vivi, è certo di quello che siamo, come siamo.

Continuiamo a vivere serenamente, in pace, avendo progetti, sogni, mete anche se ora è un po’ tutto congelato. Scegliamo cose da poter continuare a fare. Ascoltiamoci, partendo dal nostro respiro, il cuore, la pelle e accorgiamoci che siamo vivi, che sopravviviamo, che non è ancora l’ora.

Passa tutto se siamo fiduciosi, collaborativi, pazienti, se siamo comunque in contatto a distanza, se siamo sensibili, tolleranti. Passa tutto e si affronta tutto come i muri di tante maratone, possiamo e dobbiamo farcela sviluppando resilienza per cercare di uscire più forti e determinati per ritornare anche a correre maratone e ultramaratone sempre con il sorriso.

Bisogna comunque andare avanti fiduciosi, speranzosi con forza e coraggio mettendo da parte altro e focalizzandosi per la risoluzione del problema contingente non facile ma neanche impossibile, insieme si può, anzi si deve soprattutto per i più piccoli che hanno ancora tanta strada ma anche per i più grandi che si sono sempre adoperati per noi, “enjoy and take care”, sii felice comunque.

Passerà tutto se andiamo avanti anche con un po' di ansia, panico, paura, disperazione, sconforto. Rallentando o fermandoci, si può approfittare per riprendere vecchie e sane abitudini messe da parte come scrivere, leggere, meditare, vedere vecchie foto cartacee, fare qualche telefonata.

A seguito di eventi critici, disturbanti, traumatici; oltre alle cure mediche, ai consigli da parte della comunità scientifica, ai provvedimenti delle istituzioni; l’aiuto psicologico è importante e fondamentale per la persona che ha bisogno di sentirsi tutelato, compreso, ricevere un rinforzo sulle proprie capacità di affrontare la situazione.

L’aiuto psicologico può avere l’obiettivo di sviluppare la resilienza nelle persone, aiutare a ricostruire fiducia e relazioni, ricostruire sé stessi, la propria attività. L’aiuto psicologico può avere l’obiettivo di incrementare fiducia e pazienza in attesa di ritornare gradualmente alla quotidianità, di riprendere le cose lasciate in sospeso, di prendersi cura di sé.

Sicuramente si avranno ripercussioni nel futuro ma non solo negative anche positive, si apprenderà ad andare avanti nonostante le difficoltà, si riuscirà a chiedere aiuto, a sostenersi a vicenda, a scoprire una persona cambiata e rinnovata se è in contatto con i suoi bisogni, problemi, esigenze difficoltà e se ne fa cura da solo, o con l’auto di familiari, amici, professionisti.

Ci saranno cambiamenti ma ci stabilizzeremo su qualcos’altro di imporante, comunque su presenza, contatto, attenzione, certo ci vorranno i tempi che occorrono, ma bisogna essere speranzosi, aver, fiducia, essere meditativi, accettare e cercare di migliorare.


Fateci sapere se l'iniziativa vi è piaciuta.

A presto!!!!













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