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Maratona


Un sogno lungo 42 km


Questa storia non inizia domenica 2 aprile, giorno della maratona di Milano.

Inizia quasi un anno fa, dopo la Cortina Dobbiaco.

Chi ci segue da un po', sa che lì ha iniziato a instillarsi l'idea: fatti 30 km fatti 42...

Ma ci sono voluti parecchi mesi ancora per convincermi.

Ero preoccupata soprattutto per l'impegno che la preparazione avrebbe richiesto.

Un lavoro a tempo pieno, famiglia, casa... 4 allenamenti a settimana per diversi mesi...

In più inevitabilmente la tabella avrebbe influenzato anche il resto della famiglia.

La testa deve essere ferma e determinata perché è quella che ti manderà avanti quando le gambe chiederanno clemenza!

Forse l'ultima "spinta" me l'ha data il fatto di sapere che altre 2 cricete avrebbero percorso quei 42 km a Milano.

Così ho cominciato a piangere... Si perché il giorno stesso in cui mi sono iscritta, ho sognato il mio traguardo e mi sono svegliata col viso rigato dalle prime lacrime🥺.

Da lì in poi mi sono allenata al buio, al freddo, in pieno inverno, spesso sola, qualche volta in compagnia.

L'unico allenamento saltato è stato proprio "il lungo" i 30 km, ma purtroppo l'influenza è arrivata giusto il giorno prima.

Questo mi ha destabilizzato un po'.

Era un test importante, soprattutto mentalmente, infatti un po' di sconforto e molti dubbi salivano insieme alla febbre.

Ma la preparazione è lunga, non sarà 1 unico allenamento a compromettere tutto!!💪

Per fortuna ho amiche e un'allenatrice che sono una vera forza della natura e che mi hanno fatto sentire il loro sostegno durante tutto il tempo. ❤️

Così tra allenamenti soddisfacenti e altri meno è arrivato il fatidico giorno!

Sabato mattina preparo lo zaino, tra l'ansia che mi dà la nausea e le farfalle nello stomaco. Il Garmin mi suggerisce spesso qualche esercizio di respirazione per rilassarmi...

Siamo in 3 a prendere il treno per Milano sabato pomeriggio: io, Mary che purtroppo è costretta a rinunciare alla sua corsa, e Lisa che mi accompagnerà per ogni metro, per ogni passo, fianco a fianco.

Lo so che le altre sono con me col cuore!

Nonostante arriviamo sul tardi al ritiro pettorali, incontriamo Lorena e Serena 😍 che poi ceneranno con noi la sera insieme a Roccocilla: una gran bella sorpresa!

L'indomani ci attende un'impresa, quindi a letto presto.

Soprassediamo sulla sveglia di domenica mattina 😂 (vero Lisa?). Facciamo colazione, indossiamo la nostra divisa, controlliamo di aver preso tutto e indossiamo i nostri fighissimi sacchi del pattume. L'aria del mattino è piuttosto frizzante e i sacchi ci terranno al caldo.

Ovviamente il nostro gate d'ingresso è esattamente dalla parte opposta del parco rispetto a dove siamo noi 🙄

Entriamo in griglia, ma siamo in anticipo. Lisa approfitta per andare al bagno al bar, io intanto resto sola con i dubbi, le emozioni... Mi sembra di essere nella centrifuga della lavatrice. Ricaccio indietro le lacrime facendo un po' di riscaldamento...

La musica sale, i Runners si incamminano verso la linea di partenza: ci siamo!

È incredibile il cambiamento di emozioni alla partenza. Pochi metri prima ho di nuovo quasi le lacrime agli occhi, appena attraversato quel confine mi pare di entrare in un portale dove non esiste altro che la voglia di divertirsi, di proseguire, di affrontare LA REGINA con determinazione, senza dubbi: io riuscirò!

L'obiettivo che ci piacerebbe in termini di tempo è chiudere in 5 ore perciò ci accodiamo ai pacers.

Non mi aspettavo tante bellezze e tanto tifo a Milano! Lungo il percorso incontriamo anche un amico col quale corriamo in compagnia per diversi km. Mi godo l'atmosfera, batto il 5 ai bimbi che porgono la mano, applaudo a chi ci incita, ci fermiamo anche a scattare foto...

Fino a metà tutto bene, siamo nei tempi, gambe testa c'è tutto. Purtroppo da lì il declino: un po' troppo presto stare poco bene al 23 km!!! Accidenti al gel! Incolpo lui del dolore al fianco e comincio ad alternare camminata e corsa mentre i pacers si allontanano insieme al mio obiettivo di tempo. A dire il vero per qualche km rimangono comunque a vista con le mie speranze di stare meglio e riprenderli, ma ahimè non è così. Il fianco migliora, ma sopraggiunge la nausea e ora ormai siamo a 30 quindi anche le gambe hanno da ridire. Suggerisco a Lisa di proseguire col suo passo: ci sono migliaia di persone, non sono sola, e mi dispiace rovinare la sua gara.

Inoltre non è facile dover essere forti per 2 a questo punto. Tutte le energie dovrebbero servirle per proseguire, non dovrebbe dividerle con me... Poi mi pare di deluderla perché nonostante i suoi incoraggiamenti è difficile reagire. Proseguiamo senza fretta, ma senza sosta come si suol dire.

Al 35 km prendo letteralmente il famoso muro in faccia! O forse è l'ingresso in un'altra dimensione. Tutto arriva ovattato, sento dolore, ma dove? Lisa mi parla, ma non sono sicura di capire fino in fondo cosa mi dice e rispondo a monosillabi e a gesti. Sembra difficile pure parlare.

Le lacrime a questo punto sono di pura sofferenza! In qualche modo proseguiamo...

Mollare non è un'opzione.

La fatica è così concreta da poterle dare un volto. Avanzo per inerzia, un passo dopo l'altro in un gesto meccanico che compio quasi senza volontà.

Sembra di essere spettatore di me stessa: forse la mia anima ha lasciato il corpo e sta osservando dall'esterno ciò che accade...

Anche se ad un certo punto, nel delirio, al parco del Portello chiedo a Lisa (che non mi abbandona) se ci possiamo sedere😂 FOLLIA!

Ma quella panca è così invitante!

Urge allontanarsi dalla tentazione!

Al 40 riconosco delle voci... È il resto della truppa, le altre cricete, sono riuscite a venire!!!! Corrono con noi qualche decina di metri e mi ricaricano giusto il tempo di arrivare alla curva, non mi vedono più: ora cammino di nuovo. Anche perché tenere il passo tra le lacrime è ancora più difficile...

Manca davvero poco, la nausea non mi abbandona. Forse se avessi il coraggio di infilarmi 2 dita in gola, questa agonia finirebbe. E poi eccolo: il traguardo!

Ritrovo energie impensabili e negli ultimi metri aumentiamo il passo rispondendo al grido delle nostre compagne.

Appena dopo il gonfiabile vedo anche la mia coach. Le vado incontro dicendole che sono morta. Ma non sono lucida per niente.

Lei spalanca le braccia e in quell'abbraccio realizzo tutto!

Come un fiume in piena dagli occhi esce tutto: gioia, soddisfazione, stanchezza, dolore...

SONO UNA MARATONETA.

le ragazze ci incoronano e ci ricordano che dobbiamo ritirare le nostre medaglie.

Durante la corsa ho pensato di vendere il mio pettorale per Valencia, ora invece non vedo l'ora di partire...

Molti paragonano la maratona ad un viaggio, per me è stata una valle di lacrime... Di tutti i tipi.

Lacrime in cui sono annegata e riemersa diverse volte.

Come la fenice dalle ceneri: al traguardo c'era una nuova me!!


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