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Noi e ENDA!

Cosa dire delle Enda?

Beh sono delle scarpe che non ti aspetti! Nell'articolo precedente vi abbiamo spiegato del loro progetto solidale e di come vengono prodotte nel rispetto dell'ambiente e dell'economia locale, ma come sono queste scarpe? Noi abbiamo provate per voi le ENDA LAPATET. Qualcuna di noi purtroppo è stata fermata da qualche infortunio oppure da un impedimento….ehm… fisico, quindi non tutte le abbiamo usate esclusivamente per correre, ma anche per camminare ed ovviamente, essendo 5 cricete distinte, non abbiamo vissuto tutte la stessa esperienza. Proviamo spiegarvi com'è andata. La parola che ci viene in mente a tutte è INSOLITE, DIVERSE. E' inevitabile il confronto rispetto a quelle provate fino ad ora. “Non ho una grande platea" ci racconta la Criceta Vero. "Avrò cambiato meno di 10 scarpe da corsa... Sarò molto sincera: appena infilate ho pensato "Oddio che roba è?" Ma siccome so che non bisogna giudicare dalla prima apparenza, ho dato loro un'opportunità". Le scarpe tendono leggermente a scivolare sul tallone e senza una buona calza si rischia qualche vescica (ma può capitare anche con altre scarpe) Inoltre i ragazzi di Enda ci hanno fatto sapere che per ovviare a questo inconveniente faranno aggiungere un buco dell'allacciatura. E' una scarpa semplice ma curata, pesa circa 250 grammi e la differenza tacco - punta (il famoso drop) è di circa 6 mm. "La cosa che ho notato subito è lo spazio ampio per le dita nonostante la scarpa nell'insieme è piuttosto avvolgente e aderente" aggiunge la Criceta Mary. "Ci ho fatto oltre 200 km durante gli ultimi mesi alternandole ad altri modelli e posso dire con certezza che sono quelle con cui le mie povere unghie hanno sofferto meno!" "Ho imparato a conoscerle e piano piano mi sono abituata alle loro sensazioni" continua la Criceta Vero. "Hanno un drop basso e si sente!!! La tomaia non ha una struttura, ma è molto comoda e morbida. Io che sono pronatrice, proprio per questo le alterno, non esco sempre con loro perché non sostengono." La scarpa è pensata per l'allenamento giornaliero, è confortevole e sufficientemente ammortizzata ma la sua tomaia assomiglia tanto ad un calzino. "Nel mio caso usate solo per camminare" ci racconta la Criceta Mony "le ho sentite molto minimali. Troppo minimali a volte, per gli standard a cui siamo abituati noi europei. Poco sostegno le rendono simili alla corsa a piedi scalzi." Sono scarpe che apprezzeranno i puristi. Non fanno sconti, non ti regalano nulla. La performance che misurerai è tutta farina del tuo sacco. Anche la Criceta Lisa è d'accordo con la Mony: "Le ho trovate poco ammortizzate per i miei standard e poco protettive". Per come sono fatte ti inviteranno ad appoggiare di mesopiede perché diversamente rischi di farti male. "Devo concentrarmi, devo ascoltarmi" confessa la Criceta Vero. "Sento il contatto con la strada, la sento scorrere, sento i muscoli che si contraggono. Dopo qualche uscita ho cominciato ad apprezzare la loro leggerezza e "sincerità". "Anch'io ho potuto usarle soltanto per camminare, essendo in dolce attesa" ci svela la Criceta Sabri "e onestamente non le trovo particolarmente adatte. A me personalmente hanno provocato un fastidio sulla fascia laterale del piede, quindi, vista la mia particolare condizione preferisco aspettare qualche mese. Appena riprendo a correre le proverò subito." Sono scarpe che esaltano la naturalezza del movimento. "Nel mio caso prediligo da sempre la scarpa "secca", poco strutturata, mi piace sentire l'asfalto vicino" aggiunge la Criceta Mary. "Sono molto ricettive e adatte alle variazioni di velocità, rispondono alla grande ad ogni spinta e mi azzardo a dire, aiutano ad "educare" il piede ad una corsa più efficiente. Non ti fanno andare più veloce, intendiamoci, ma insegnano al piede come farlo, con qualsiasi scarpa addosso." Le sconsigliamo a chi è abituato ad una corsa protetta, ultra ammortizzata ed estremamente sconnessa dal suolo nonché in presenza di una patologia acuta o pregressa (ad esempio problemi a ginocchio, anca, schiena ecc).

Le consigliamo invece a chi vuole provare la corsa nella sua concezione più naturale, senza troppi artifici e magheggi, senza cercare a tutti costi le scorciatoie anche nella corsa. Perchè diciamocelo, a furia di cercare scorciatoie non siamo più capaci di correre...




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